Studiando letteratura, è facile imbattersi in un racconto che inizia in medias res, ovvero non dall’inizio della storia ma nel bel mezzo degli eventi.
L’espressione latina in medias res significa letteralmente “in mezzo alle cose”, cioè agli avvenimenti narrati. È stata coniata da Orazio (65 – 8 a.C.) nella sua Ars Poetica, un componimento in cui affronta il tema della poesia in tutti i suoi aspetti.
Una storia che inizia in medias res ci catapulta direttamente nel cuore del racconto e si contrappone a un inizio ab ovo, “dall’uovo”, cioè che comincia dal principio, dall’origine.
Partendo da un fatto già in corso, lo scrittore decide di non seguire l’ordine degli eventi in modo cronologico, ma gioca con la storia spostandone i tasselli che la compongono in base all’effetto che vuole ottenere.
Un inizio in medias res è sicuramente più coinvolgente di uno ab ovo, perché suscita immediatamente l’interesse del lettore e lo sprona ad andare avanti nella lettura per capire meglio di cosa sta parlando il narratore, sperando di trovare risposte man mano che il racconto prosegue. Un inizio ab ovo rischia di stancare fin dal principio il lettore che vorrebbe giungere quanto prima all’azione e ai fatti principali.
L’incipit di un racconto è la presentazione della storia, può fare buona impressione fin da subito oppure può richiedere del tempo per essere conosciuta. Dipende tutto dal tipo di lettore che prende in mano il testo e da ciò che si aspetta di ricevere dalle prime pagine.
Personalmente, il modo in cui un libro inizia è fondamentale per decidere se proseguire nella lettura o meno. Entrare direttamente nel vivo dell’azione, senza il classico “C’era una volta…”, mi attrae molto e mi invoglia a scoprire di più sugli avvenimenti in corso, mi dà la soddisfazione di arrivare a capire le cose man mano che la narrazione prosegue e di collegare gli avvenimenti già letti a quelli nuovi, arrivando a visualizzare insieme allo scrittore lo schema intero della storia.
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